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Italia: il paradiso fiscale per le successioni francesi

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Italia: il paradiso fiscale per le successioni francesi

Negli ultimi anni, sempre più famiglie imprenditoriali francesi stanno valutando soluzioni oltreconfine per proteggere e trasmettere il proprio patrimonio. In Francia, l’imposta di successione può raggiungere il 60% nei trasferimenti tra soggetti non in linea retta o con vincoli familiari complessi. Un vero e proprio peso fiscale che rischia di erodere drasticamente il frutto di una vita di lavoro e investimenti.

In Italia, invece, vige un quadro normativo decisamente più “friendly”, grazie al decreto legislativo 139/2024, entrato in vigore per le successioni aperte e le donazioni effettuate dal  1° gennaio 2025. La riforma ha confermato e, in alcuni casi, ampliato le esenzioni già previste dal Testo Unico delle Successioni e Donazioni, permettendo, a determinate condizioni, di azzerare completamente l’imposta di successione o, nella peggiore delle ipotesi, limitarla al 4%.

 

Organizzare con consapevolezza il passaggio generazionale significa non solo proteggere il patrimonio in caso di eventi imprevisti, come premorienza, incapacità o conflitti familiari, ma anche valorizzare al meglio le sinergie normative tra Francia e Italia, attraverso un approccio strategico e multidisciplinare.

 

Passaggio generazionale in Italia: quali sono i vantaggi fiscali per le famiglie francesi?

Pianificare il passaggio generazionale non è mai stato così urgente e importante per le famiglie francesi con patrimoni importanti e attività imprenditoriali da preservare.

In Francia, la pressione fiscale sulle successioni è tra le più elevate d’Europa. Le aliquote possono arrivare fino al 45% tra genitori e figli, con una franchigia limitata a 100.000 euro. Per fratelli, nipoti e soggetti “non parenti”, l’aliquota massima può arrivare al 60%, con franchigie ridotte di 15.932 euro oppure 1.694 euro.

Questo significa che una parte significativa del patrimonio rischia di andare perduta se non adeguatamente protetta.

A tutto questo si aggiunge un altro elemento chiave: la crescente globalizzazione delle famiglie. Sempre più spesso i figli risiedono o lavorano all’estero, in Paesi diversi da quelli dei genitori, e questo rende la successione un tema che richiede una visione cross-border. Senza una strategia coordinata tra le diverse giurisdizioni coinvolte, si rischiano doppie tassazioni cumulative in più giurisdizioni, con conseguente aumento dei costi fiscali.

L’Italia, a questa prospettiva poco piacevole, risponde con una giurisdizione fiscalmente stabile e favorevole alla protezione del patrimonio. Il D. Lgs. 139/2024 ha introdotto norme chiare e oggettive per accedere all’esenzione dall’imposta di successione, mantenendo un approccio pro-famiglia e semplificando gli adempimenti.

Un altro punto spesso sottovalutato riguarda la tutela dell’impresa familiare. Senza una governance chiara, il rischio di frammentazione fra eredi con visioni diverse è elevato. Pianificare il ricambio generazionale vuol dire anche garantire continuità nella gestione, stabilità operativa e valorizzazione del lavoro di una vita.

Infine, non bisogna trascurare il tema della residenza fiscale. Il Fisco francese è molto rigoroso e dispone di norme antiabuso per contrastare i trasferimenti di residenza fittizi. È quindi essenziale che ogni passaggio sia fondato su basi legali solide, con il supporto di professionisti esperti in fiscalità internazionale.

 

Le novità fiscali del D. Lgs. 139/2014 per azzerare l’imposta di successione in Italia

Il decreto legislativo 139/2024 rappresenta una vera svolta per le famiglie francesi che desiderano trasferire la propria residenza fiscale in Italia, con l’obiettivo di ottimizzare il passaggio generazionale. La nuova normativa, in vigore per le successioni e le donazioni dal 1° gennaio 2025, introduce una serie di esenzioni e agevolazioni mirate, che in molti casi portano a un’imposta di successione pari a zero. Vediamo nel dettaglio le principali opportunità.

Chi trasferisce partecipazioni societarie a discendenti o al coniuge può ottenere un’esenzione totale, purché il passaggio consenta l’acquisizione o il rafforzamento del controllo (ad esempio passando dal 51% al 90%) e questo controllo venga mantenuto per almeno cinque anni.

In questo modo, il carico fiscale sulla trasmissione di azioni e quote conferite a discendenti o coniuge può essere completamente annullato.

Anche i trasferimenti d’azienda o di rami aziendali godono dell’esenzione totale, a condizione che l’attività prosegua in modo continuativo per cinque anni.

Questo consente di garantire la continuità dell’impresa familiare senza l’aggravio di imposte successorie.

Il Trust, strumento sempre più utilizzato nella pianificazione patrimoniale internazionale, beneficia di un regime favorevole: la tassazione avviene solo “in uscita”, cioè al momento del trasferimento effettivo ai beneficiari. È inoltre possibile optare per un’imposizione “in entrata”, che congela l’aliquota e protegge il patrimonio da futuri aumenti fiscali.

Si tratta di una soluzione particolarmente efficace per le famiglie con asset transnazionali.

patti di famiglia sono stati oggetto di chiarimenti. Il trasferimento dell’azienda al figlio designato è esente, mentre le eventuali attribuzioni compensative agli altri eredi (i cosiddetti legittimari) sono tassate con un’aliquota ridotta del 4%,con franchigia di 1 milione di euro.

In questo modo si può pianificare il ricambio generazionale con equilibrio e fiscalità minima.

Non da ultimo, l’esenzione si estende anche alle quote societarie estere, purché relative a società residenti in Paesi dell’Unione Europea, dello Spazio Economico Europeo o white list con scambio di informazioni. Un vantaggio importante per chi detiene partecipazioni in holding lussemburghesi, irlandesi, spagnole o in altre giurisdizioni cooperative.

Nei casi in cui non sia possibile accedere all’esenzione totale, ad esempio per immobili o liquidità eccedenti le franchigie, l’Italia conferma comunque un’imposta agevolata del 4% tra coniugi e parenti in linea retta, con una franchigia individuale pari a 1 milione di euro.

Una soglia ben più alta rispetto a quanto previsto dal sistema francese.

 

Pianificazione evoluta: dal “family risk assesment” allo stress testing patrimoniale

Il passaggio generazionale non è soltanto una questione di imposte, ma è un processo complesso, che tocca la sfera giuridica, patrimoniale e anche relazionale della famiglia. Per affrontarlo in modo efficace, soprattutto in contesti internazionali come quello franco-italiano, è fondamentale adottare una metodologia integrata.

Lo StudioDi Bello & Partners propone alle famiglie francesi un modello operativo in cinque fasi, che unisce analisi patrimoniale, simulazione fiscale e strumenti di protezione giuridica avanzati.

La prima fase consiste in una mappatura completa del patrimonio globale, includendo asset situati in Italia, Francia o in Paesi terzi. Vengono presi in considerazione aziende, immobili, partecipazioni societarie, strumenti finanziari, collezioni d’arte e crypto-asset. Questo inventario dettagliato permette di avere una visione chiara e strategica del patrimonio complessivo, punto di partenza essenziale per ogni azione pianificatoria.

Si passa poi all’analisi della posizione fiscale e personale di ciascun membro della famiglia: dove risiedono effettivamente? Qual è la loro cittadinanza? Frequentano scuole in Francia o all’estero? Mantengono legami economici, personali e sociali in più giurisdizioni? Comprendere questi “link” è fondamentale per evitare la doppia imposizione e predisporre correttamente ogni trasferimento patrimoniale.

Nella terza fase, si lavora su una serie di scenari realistici e personalizzati. Non basta infatti progettare il passaggio generazionale in condizioni ideali, è necessario simulare situazioni complesse o impreviste. Ad esempio, il decesso improvviso del capofamiglia, un contenzioso tra gli eredi, una separazione, o il caso di un figlio che si trasferisce negli Stati Uniti con una green card. Anticipare questi eventi futuri consente di costruire soluzioni robuste, capaci di resistere nel tempo.

Segue lo stress test fiscale. Attraverso simulazioni dettagliate, confrontiamo il carico impositivo nei diversi Paesi, con e senza applicazione del D. Lgs. 139/2024, per evidenziare i vantaggi concreti della residenza italiana e delle nuove esenzioni. Questo approccio consente di decidere con piena consapevolezza se, quando e come trasferire asset o modificare l’assetto familiare.

Infine, si procede con l’implementazione di strumenti protettivi su misura: dai patti di famiglia alle holding di diritto italiano o estero, dai Trust internazionali alle polizze unit-linked, fino a piani di Employee Benefit per i key-man. Ogni soluzione è calibrata sulla struttura patrimoniale, sui valori e sulle dinamiche relazionali della famiglia.

 

Una pianificazione evoluta e interdisciplinare è la via più sicura per tutelare il patrimonio, garantire la continuità imprenditoriale e ridurre drasticamente il rischio fiscale e successorio, in particolare per le famiglie imprenditoriali francesi che guardano all’Italia come nuova frontiera.

 

Successione internazionale: come evitare la doppia imposizione tra Francia e Italia?

Anche quando si beneficia del regime fiscale agevolato italiano, non bisogna sottovalutare le insidie della fiscalità internazionale. Per un imprenditore francese che trasferisce la residenza in Italia o istituisce strumenti di pianificazione come Trust o holding, il rischio di una doppia imposizione successoria rimane concreto, se non si agisce con metodo e consapevolezza.

Uno degli aspetti più delicati riguarda la residenza fiscale degli eredi e la localizzazione degli asset. Il Fisco francese, infatti, applica criteri autonomi e restrittivi per determinare dove un soggetto risiede abitualmente o dove un bene deve essere considerato fiscalmente “situato”.

È, a tal proposito, essenziale dimostrare con documenti concreti, come bollette domestiche, iscrizione all’AIRE, certificati scolastici dei figli, che la dimora abituale sia effettivamente in Italia e che il trasferimento sia reale e stabile.

In assenza di una convenzione specifica tra Francia e Italia sulle successioni (la convenzione del 1862 è stata denunciata nel 1999), occorre fare riferimento ai principi OCSE e al credito d’imposta unilaterale previsto dal diritto francese. Questo strumento consente, in alcuni casi, di evitare una doppia tassazione su beni esteri, ma solo se il passaggio è documentato e strutturato in modo impeccabile.

Un ulteriore livello di tutela è rappresentato dalla clausola tax tie-breaker, che può essere inserita nei principali strumenti giuridici di pianificazione patrimoniale, come i patti di famiglia e i Trust. Questa clausola stabilisce in modo chiaro quale giurisdizione ha priorità in caso di conflitti, definendo il foro competente e la legge applicabile.

 

Coordinare la fiscalità francese e italiana è oggi una delle sfide principali per le famiglie imprenditoriali che operano su più fronti e desiderano trasferire patrimoni, aziende o partecipazioni senza generare contenziosi o sorprese fiscali. È proprio in questa fase che il ruolo di un consulente specializzato in pianificazione successoria internazionale diventa imprescindibile.

 

Successioni francesi in Italia: come ottenere l’esenzione o l’aliquota ridotta?

Per beneficiare delle agevolazioni previste dal D. Lgs. 139/2024, come l’esenzione totale o l’aliquota ridotta al 4% sull’imposta di successione, non basta trasferire la residenza fiscale in Italia: serve una procedura strutturata e conforme sotto il profilo fiscale e legale, sia italiano che francese.

Tutto inizia con un pre-move audit, una due diligence completa (patrimoniale, fiscale e civilistica) che permette di valutare in anticipo l’impatto del trasferimento e la compatibilità degli asset con i requisiti normativi italiani. Questa fase, che dura normalmente uno o due mesi, è condotta da un consulente patrimoniale esperto in pianificazione cross-border.

A seguire, è necessario individuare lo strumento giuridico più adatto al caso specifico: può trattarsi di una holding italiana o estera, di un Trust familiare, di un patto di famiglia oppure di una combinazione coordinata di questi strumenti. In questa fase operano in sinergia notai italiani e avvocati francesi, per garantire validità in entrambe le giurisdizioni.

Il passo successivo è il trasferimento effettivo della residenza fiscale in Italia, che deve essere reale, documentabile e supportato da elementi concreti: iscrizione all’AIRE, contratto di locazione o rogito, bollette, centro degli interessi vitali. Solo a questo punto è possibile attivare le disposizioni previste dalla riforma.

A valle del trasferimento, si procede con il conferimento dell’azienda o delle quote societarie al soggetto designato (spesso un figlio o una holding), formalizzando allo stesso tempo la dichiarazione di impegno quinquennale richiesta per mantenere l’esenzione.

Tale dichiarazione certifica che l’impresa o il controllo resteranno nelle mani del beneficiario per almeno cinque anni.

Infine, è essenziale prevedere un monitoraggio costante, affidato a un family office o a un advisor fiduciario, per verificare anno dopo anno il rispetto dei requisiti previsti dal decreto. Solo così l’agevolazione resta valida e inattaccabile.

 

Trasferire la residenza e ottenere i vantaggi fiscali previsti dal D. Lgs. 139/2024 è possibile, ma richiede metodo, tempismo e un’assistenza coordinata tra i due Paesi: Italia e Francia.

 

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Caso studio

Per comprendere le reali potenzialità del D. Lgs. 139/2024, analizziamo il caso concreto di una famiglia imprenditoriale francese che ha saputo ristrutturare il proprio patrimonio, evitando l’imposizione successoria francese e cogliendo appieno i vantaggi offerti dalla normativa italiana.

Il profilo familiare è quello di un importante gruppo vitivinicolo con sede a Bordeaux, proprietario di uno Château valutato circa 80 milioni di euro, detenuto attraverso una holding di famiglia. Il capofamiglia, con importanti disponibilità liquide (28 milioni di euro) e proprietà immobiliari in Francia (villa a Cap-Ferret del valore di 8 milioni) e in Italia (appartamento a Firenze da 2 milioni), ha due figli: Alice, dirigente nel settore moda a Milano, e Louis, enologo residente in Australia.

 

La strategia è stata costruita in modo multilivello:

  1. Trasferimento della residenza fiscale del capofamiglia in un Paese europeo diverso dall’Italia, nel rispetto del criterio dei 183 giorni, per evitare l’applicazione della normativa fiscale francese.
  2. Trasferimento in Italia della moglie e dei due figli, con contestuale iscrizione all’AIRE e dimostrazione di centro degli interessi vitali.
  3. Centralizzazione della liquidità del capofamiglia nella nuova giurisdizione fiscale estera.
  4. Istituzione di un Trust familiare in Italia, con beneficiari la moglie e i figli, per tutelare il patrimonio in chiave successoria e garantire la riservatezza.
  5. Costituzione di una nuova holding UE, con sede in un Paese della white-list europea, nella quale sono state conferite le partecipazioni della holding francese, in esenzione d’imposta secondo il regolamento europeo.
  6. Trasferimento della liquidità del capofamiglia al Trust, secondo le modalità previste dal diritto italiano.
  7. Conferimento della holding UE nel Trust, a tutela della governance e dell’unità aziendale.
  8. Conferimento degli immobili (sia in Italia sia in Francia) nel Trust, garantendo che nessuno dei beneficiari avesse residenza fiscale in Francia.
  9. Trasferimento finale della residenza del capofamiglia in Italia, per allineare l’intero assetto patrimoniale alla normativa italiana.

 

Il risultato? Zero euro di imposta di successione in Italia. Grazie alla pianificazione legale, fiscale e internazionale e al pieno utilizzo del D. Lgs. 139/2024, la famiglia ha evitato un’imposizione che, in Francia, avrebbe potuto superare i 10 milioni di euro. In particolare, è stata eliminata l’esposizione al rischio del 60% d’imposta prevista dalla normativa francese in caso di trasferimenti fuori dalla linea diretta o in assenza di pianificazione.

 

Una strategia ben costruita, basata su trasferimento reale di residenza, strumenti giuridici flessibili come il Trust familiare e veicoli societari cross-border, consente alle famiglie francesi di tutelare il proprio patrimonio e garantire continuità generazionale con un’efficienza fiscale senza precedenti.

 

Il D. Lgs. 139/2024 rappresenta un autentico game changer per le grandi famiglie imprenditoriali francesi che guardano oltreconfine per tutelare il proprio patrimonio e garantire continuità alle generazioni future. Grazie a un quadro normativo favorevole e trasparente, l’Italia si configura oggi come una delle giurisdizioni europee più attrattive per chi intende pianificare la successione con intelligenza fiscale e strumenti giuridici avanzati.

Le opportunità offerte sono molteplici: esenzione totale in caso di trasferimenti d’azienda o di partecipazioni societarie, aliquota ridotta al 4% su altri beni, riconoscimento del Trust come strumento di protezione patrimoniale, estensione dei benefici anche a holding estere e un’impostazione normativa che favorisce le famiglie e la stabilità intergenerazionale.

Ma ciò che fa davvero la differenza è la pianificazione strategica e personalizzata, costruita con competenze trasversali e una visione internazionale. Solo un team di esperti può individuare le soluzioni più adatte in funzione della struttura familiare, della composizione patrimoniale e della residenza dei singoli membri.

 

Lo Studio di ingegneria patrimoniale internazionale Di Bello & Partners, con sede a Milano e presto anche a Parigi, accompagna da anni le famiglie ad alto patrimonio nella costruzione di soluzioni su misura, armonizzando fiscalità, governance e continuità generazionale.

 

 

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