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L’Intelligenza Artificiale è sostenibile?

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L’Intelligenza Artificiale è sostenibile?

L’Intelligenza Artificiale è al centro del dibattito attuale, ma non per questo l’interpretazione è più semplice.

Molti la descrivono come una tecnologia energivora con un impatto ambientale preoccupante, i quanto il consumo dei suoi data center cresce a dismisura. Allo stesso tempo, però, l’Intelligenza Artificiale si sta rivelando uno strumento importanza per la promozione della sostenibilità e dell’efficienza.

 

L’Intelligenza Artificiale è un problema per il pianeta

oppure è la soluzione alle sfide ESG del presente e del futuro?

 

Qual è il costo nascosto dell’Intelligenza Artificiale?

Consumi energetici e impatto ambientale

L’inarrestabile aumento del traffico dati globale richiede una quantità sempre maggiore di energia elettrica e i data center sono al centro di questa crescente domanda.

Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), il loro consumo è destinato a raddoppiare entro il 2030, arrivando a rappresentare oltre il 20% della richiesta totale nelle economie avanzate.

Negli Stati Uniti, si stima addirittura che il fabbisogno energetico dei data center supererà quello combinato di settori ad alta intensità come l’alluminio, l’acciaio e i prodotti chimici.

Un esempio reale e per nulla trascurabile arriva dall’Irlanda, il Paese che ospita il maggior numero di data center al mondo. Nella sola periferia di Dublino, nel 2024, i consumi legati a queste strutture sono aumentati del 21%, superando l’energia utilizzata da tutte le abitazioni della nazione.

Dopo essere stata un generoso ospite per i data center di Amazon, Meta, Microsoft e altri colossi, l’Irlanda ha ora bloccato nuovi progetti fino al 2028. La decisione è stata influenzata da eventi come il grave blackout avvenuto in Spagna, che ha evidenziato i rischi per la stabilità della rete elettrica nazionale. Le conseguenze in termini economici, di vite umane e sociale ha portato l’Irlanda ad un ripensamento su ulteriori data center allocati sul territorio.

Questa tendenza ha un impatto diretto sull’impronta ecologica delle grandi aziende tecnologiche. Con la diffusione dell’Intelligenza Artificiale, le emissioni di gas serra di Google sono cresciute di quasi il 50% tra il 2019 e il 2023, mentre quelle di Microsoft sono aumentate del 30% dal 2020. Quando si parla di azioni che contribuiscono al fenomeno non bisogna limitarsi a pensare alle aziende. Anche le azioni quotidiane dei singoli hanno un importante impatto. Porre una domanda all'AI, ad esempio, comporta un dispendio energetico dieci volte superiore a quello di una ricerca tradizionale, dimostrando come ogni interazione abbia un costo ambientale tangibile e concreto.

 

L’intelligenza Artificiale può essere un motore di efficienza?

Se da un lato l’Intelligenza Artificiale comporta un grande dispendio di risorse, dall’altro sta già innescando una rivoluzione nel settore energetico e industriale. Proprio grazie all’Intelligenza Artificiale, infatti, si stanno ottenendo notevoli risparmi e miglioramenti in termini di efficienza.

Secondo le proiezioni dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), il potenziale è enorme. L’applicazione industriale dell’Intelligenza Artificiale e del machine learning potrebbe portare, entro il 2035, a un risparmio energetico di otto exajoule. Per dare una dimensione a questa cifra, si tratta di una quantità di energia pari a quella attualmente consumata da un’intera nazione come il Messico.

A questo si aggiungerebbe un ulteriore risparmio di cinque exajoule derivante dall’adozione di queste tecnologie in ambiti non industriali.

 

L’Intelligenza Artificiale non è solo un costo,

ma una delle più grandi opportunità per ottimizzare l’uso delle risorse su scala globale.

 

In che modo l’Intelligenza Artificiale promuove la sostenibilità?

Gestione delle reti elettriche

Già oggi, si riscontra un miglioramento dell’efficienza delle reti elettriche, una riduzione del consumo di carburante nel trasporto marittimo e nell’individuazione di perdite di metano, il più potente dei gas serra.

La startup americana Line Vision, per esempio, utilizza sensori e Intelligenza Artificiale per monitorare le linee di trasmissione. Analizzando in tempo reale temperatura, cedimento dei cavi e condizioni ambientali, il sistema calcola la reale capacità di carico della rete. Questa tecnologia permette di prevenire sovraccarichi e blackout, come quello che ha colpito la Spagna. La compagnia elettrica britannica, grazie all’utilizzo dell’IA è stata in grado di aumentare la capacità eolica offshore di 600 watt all’anno.

Quindi, l’Intelligenza Artificiale sta anche ottimizzando la produzione di energia da fonti rinnovabili.

Tale iniziativa nasce dalla Google Deep Mind (azienda di intelligenza artificiale britannica, casa madre Google) che, nel 2018 ha cominciato a gestire alcuni parchi eolici mediante il machine learning, permettendo di confrontare i dati meteo con i dati storici delle turbine.

In questo modo è in grado di prevedere con 36 ore di anticipo quanta energia sarà prodotta e quando immetterla nella rete. Questo ha comportato che nell’arco di un anno solare si è registrato un aumento del 20% dell’energia venduta con notevoli facilitazioni di utilizzo per i gestori della rete.

L’Intelligenza Artificiale si rivela essere fondamentale anche nella lotta alle emissioni fuggitive. Attraverso il monitoraggio satellitare, è possibile individuare le perdite di metano, uno dei gas serra più potenti. Questa tecnologia può sostituire le ispezioni periodiche e si ipotizza che possa portare a una riduzione di due milioni di tonnellate di emissioni di metano all’anno.

 

Edilizia e materiali sostenibili

Produrre cemento, acciaio e plastica, materiali che si utilizzano per costruire le infrastrutture, emette grandi quantità di gas serra.

Basti pensare che se il cemento fosse uno Stato, sarebbe il quarto emettitore mondiale dopo Cina, Stati Uniti e India. Per questa ragione, ridurre l’impronta dei materiali da costruzione è uno sforzo essenziale e indispensabile per la difesa del clima.

Una delle soluzioni più efficaci prese in considerazione è la sostituzione del cemento con il legno, un materiale che immagazzina carbonio invece di immetterlo nell’ambiente. L’Intelligenza Artificiale interviene ottimizzando la gestione del cantiere e l’uso di elementi prefabbricati in legno. Questo approccio può ridurre le emissioni di carbonio fino al 60% rispetto ai metodi tradizionali. Gli alberi assorbono CO2 durante la crescita, ma anche nella gestione del cantiere può ridurre le emissioni di carbonio fino al 60% rispetto ai metodi tradizionali, perché è più leggero e più veloce da lavorare rispetto al cemento, consentendo un ampio uso del prefabbricato.

In questo contesto spicca l’innovazione italiana della startup BeNewtral, nata dal PoliHub del Politecnico di Milano. L’azienda ha brevettato ReBind, un materiale nato dalla valorizzazione di sottoprodotti industriali non pericolosi, che vengono trasformati in un legante ad alte prestazioni destinato ad applicazioni non strutturali, come pavimentazioni, sottofondi e rivestimenti.

I test in corso dimostrano che ReBind garantisce una resistenza al fuoco elevata, una buona stabilità termica e una durabilità comparabile o superiore a quella dei cementi tradizionali, a fronte di un profilo ambientale molto più favorevole.

I dati, validati nell’ambito del programma europeo Life, confermano una riduzione fino al 90% della CO2 equivalente per tonnellata di prodotto, un abbattimento del 98% dell’energia necessaria nel ciclo produttivo, una diminuzione del 93% dell’uso di acqua e l’eliminazione totale dell’estrazione di minerali da cava.

L’AI offre soluzioni anche per gli edifici già esistenti. L’azienda tecnologica canadese BraiBox AI, ad esempio, utilizza algoritmi per combinare i dati di consumo interni degli edifici con le previsioni meteo. In questo modo è riuscita a ottimizzare l’efficienza energetica dei suoi clienti, ottenendo un risparmio economico di oltre 1 milione di dollari all’anno.

 

Logistica, trasporti e gestione delle risorse

L’ottimizzazione garantita dall’Intelligenza Artificiale si estende anche al complesso mondo della logistica e dei trasporti. Nel campo marittimo, il porto di Rotterdam utilizza una piattaforma IA che analizza i dati dei terminal e delle società di trasporto. In questo modo offre agli spedizionieri alternative in tempo reale su rotte e modalità, come camion o chiatte, per ridurre l’impatto ambientale del percorso. Un’altra applicazione analizza decine di fattori per stimare con precisione i tempi di arrivo delle navi, eliminando i tempi morti in attesa, una delle principali cause di spreco di carburante. Grazie a sistemi simili, Shell è riuscita a ridurre del 20% il consumo delle sue petroliere.

Anche la logistica aziendale sta vivendo una trasformazione. L’AI migliora la gestione degli ordini e riduce i tempi di elaborazione delle richieste.

A proposito della logistica, l’Intelligenza Artificiale migliora la gestione degli ordini, consentendo di ridurre i tempi di elaborazione delle richieste. Un esempio ci viene dato dal gruppo Barilla che grazie all’utilizzo dell’AI, riesce a comprendere preventivamente quanto sta accadendo al suo ciclo produttivo, permettendo un immediato intervento grazie alle piattaforme di dialogo online. Non da ultimo, l’automazione IA ha consentito al gruppo di puntare sulla intermodalità consentendo una riduzione del trasporto su gomma a beneficio della decarbonizzazione.

L’Iintelligenza Artificiale si rivela preziosa anche nella gestione di risorse vitali come l’acqua. L’intero ciclo idrico, dalla captazione alla depurazione, richiede un notevole dispendio energetico. L’azienda ACEA (Azienda Comunale Energia e Ambiente) sta utilizzando l’AI, in combinazione con la robotica, per ottimizzare l’uso dell’acqua, sia per la produzione di energia rinnovabile sia per rendere più efficiente l’intero sistema di distribuzione e trattamento.

 

Innovazione e responsabilità

Un nuovo equilibrio tra IA e fattore umano

L’Intelligenza Artificiale non è né un “mostro” da temere né un “angelo salvatore”, ma uno strumento dal duplice impatto. Da una parte presenta sfide energetiche significative, ma dall’altra offre soluzioni straordinarie per rendere le attività più sostenibili in ogni settore, dall’industria all’edilizia, fino alla logistica.

In questa equazione, il fattore umano rimane fondamentale. Il successo di queste tecnologie non risiede nella sostituzione dei lavoratori, ma nel loro potenziamento. L’AI deve essere vista come uno strumento che aumenta l’efficienza umana, automatizzando i compiti più gravosi e pericolosi e liberando le persone per attività a maggior valore aggiunto. La digitalizzazione e l’automazione, se guidate correttamente, portano a una maggiore efficienza e resilienza.

 

La vera sfida per le aziende di oggi non è scegliere se adottare l’AI,

ma come farlo in modo strategico e responsabile,

al fine di massimizzarne i benefici per ridurre l’impatto ambientale,

mantenendo un equilibrio consapevole tra innovazione tecnologica e sostenibilità.

 

Foto del profilo di Piero di Bello
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