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  • Protezione e pianificazione del patrimonio, trust

Tribunale Lodi – 10 maggio 2023

L’amministratore di sostegno del disponente, che ha sottoscritto in qualità di trustee il trust istituito a favore del medesimo disponente, è legittimato passivo nell’azione di regresso spiegata dal notaio che ha rogato l’atto istitutivo per il recupero delle imposte ipotecarie e catastali applicate al conferimento in trust.

In capo al notaio e all’avvocato che nel 2014 abbiano optato per l’applicazione dell’imposizione in misura fissa al conferimento dei beni, evidenziando ai clienti – il disponente e il trustee – il rischio di un contenzioso con l’Agenzia delle Entrate e prevedendo a questo proposito la costituzione di un fondo spese, non può ravvisarsi alcuna responsabilità, in quanto effettivamente la giurisprudenza delle Commissioni Tributarie all’epoca era orientata nel senso dell’imposta in misura fissa.

Il notaio e l’avvocato i quali conoscano la condizione di invalidità del disponente hanno il dovere di segnalare la possibilità di avvalersi della franchigia prevista dal D.L. n. 262/2006 in favore dei beneficiari portatori di handicap grave ex l. n. 104/1992, anche consigliando di acquisire la certificazione completa prevista da questa stessa legge, altrimenti incorrono in responsabilità professionale.

È professionalmente responsabile l’avvocato che informi il trustee della soccombenza nel giudizio di secondo grado relativo all’imposizione sul conferimento in trust solo in prossimità della scadenza dei termini per ricorrere per cassazione e a ridosso del pignoramento subito dal notaio che ha rogato l’atto istitutivo (l’avvocato è figlio del notaio), ma ai fini della determinazione del danno deve tenersi conto del rifiuto, contrario a buona fede, del trustee di pagare le imposte necessitate dall’esecutività della sentenza di secondo grado.