La Corte di Cassazione con la sentenza 46246 del dicembre 2022 ha accolto il ricorso di un imprenditore che si è opposto al sequestro dei sui conti correnti delle società.
La Corte ha spiegato che l'ipotesi di "disponibilità", richiesta dall'articolo 322 ter del codice penale, che permette il sequestro preventivo funzionale alla confisca dell'equivalente non è applicabile in maniera incondizionata.
La condizione è nel verificare che le somme siano a disposizione dell'indagato ad uso e consumo personale.
Senza questa prova, il conto corrente bancario è nelle disponibilità della società ed quindi insequestrabile. Questo vale sia in caso di società, che in caso di ditta individuale.
Quindi è bene, per l'imprenditore individuale abbia il c/c bancario personale ed il c/c bancario aziendale. Infatti le risorse economiche del c/c bancario aziendale non sono a disposizione della persona fisica ma dell'imprenditore nella sua facente funzione di gestore del denaro per l'azienda.
Adesso dovremo attendere la decisione che tornerà al Tribunale d'appello, che dovrà confermare o rivalutare la decisione.