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La Sanatoria delle Cripto Valute scade il 30 novembre 2023

5 minuti di lettura
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Questo articolo è stato realizzato per semplificare la comprensione della sanatoria delle Criptovalute ed mettervi nelle condizioni di fare la giusta scelta.

Domande Frequenti che ricevo spesso sulla Sanatoria delle Criptovalute

  1. Cosa significa "sanatoria sulle criptovalute"?
    La sanatoria sulle criptovalute è un procedimento che permette di correggere eventuali errori o dimenticanze fiscali relative alle monete digitali nella dichiarazione dei redditi dall’anno 20016 all’nno 2021.

  2. Come posso richiedere la sanatoria sulle criptovalute?
    Per richiedere la sanatoria sulle criptovalute, è necessario presentare una domanda all'Ente di riscossione Agenzia delle Entrate. Purtroppo l’Italia non si smentisce mai ed il modello e le istruzioni sono molto complesse ed è difficile che un contribuente sia capace di redarlo in modo corretto autonomamente.

  3. Qual è l'obiettivo dell'utilizzo della sanatoria sulle criptovalute?
    La sanatoria sulle criptovalute può risultare utile perché permette di regolarizzare una situazione debitoria o una potenziale omissione di importi soggetti a tassazione, evitando sanzioni più elevate.

La "sanatoria sulle criptovalute" rappresenta un processo attraverso il quale è possibile correggere l'eventuale mancato inserimento delle valute digitali nei moduli della dichiarazione dei redditi. Secondo il Testo Unico in materia di Redditi (TUIR), le criptovalute sono assimilate a valute estere. Pertanto, nella dichiarazione fiscale annuale, è necessario inserirle:

  • Nel quadro RT (in alcune situazioni)
  • Nella sezione RW

 

Il Significato della Sanatoria per le Criptovalute

Nel quadro RT, come prescritto dall'art. 67 del TUIR, è necessario indicare tutte le plusvalenze e minusvalenze ottenute dagli strumenti finanziari capaci di generare reddito. Questo include Bitcoin, altre criptovalute, azioni, obbligazioni ed ETF. L'altra sezione è il quadro RW.

 

Come Funziona la Sanatoria per le Criptovalute

La sanatoria per le criptovalute è stata introdotta dalla Legge di Bilancio 2023. Gli articoli da 31 a 35 contengono una serie di norme volte a definire questo tipo di strumento finanziario e a regolarne l'aspetto fiscale, sia per i privati che per le aziende.

Nell'articolo 140 della Legge di Bilancio 197/2023, è prevista l'istanza di emersione per le attività cripto svolte entro il 31/12/2022.

Questa procedura ti consente di comunicare al fisco la tua precisa posizione contabile. La sanatoria richiede una notifica in cui informi il governo italiano delle criptovalute non dichiarate di cui sei in possesso. Per risolvere l'errore o l'oblio nelle sezioni RW e RT, dovrai effettuare un pagamento che varia in base a diversi fattori. È importante distinguere tra:

  1. Sanatoria senza percezione di reddito
  2. Sanatoria per chi ha percepito redditi

Il primo caso riguarda l'obbligo di dichiarazione nella sezione RW se hai una giacenza superiore a 5.000€, ma non hai ottenuto reddito dalle criptovalute. La sanzione sarà dello 0,5% per ogni anno, basata sul valore totale non dichiarato.

La situazione è molto diversa se hai realizzato una plusvalenza, ad esempio attraverso la vendita o lo staking, senza versare l'imposta sostitutiva per la tassazione delle criptovalute. In questo scenario, è stato generato un reddito da aggiungere alla dichiarazione annuale per calcolare il reddito imponibile. La sanatoria sulle criptovalute prevede quindi una sanzione del 3,5% sul valore delle criptovalute alla fine di ogni anno contabile. Dovrai anche aggiungere un altro 0,5% per la mancata compilazione del quadro RW.

 

Come Richiedere la Sanatoria: Requisiti

Per aderire alla sanatoria delle criptovalute, è necessario presentare una domanda di emersione all'Agenzia delle Entrate. La Legge di Bilancio 2023 ha stabilito alcuni requisiti massimi necessari per richiedere la sanatoria:

  1. Riferimento ai redditi realizzati entro il 31-12-2021
  2. Dimostrazione di liceità dei proventi

In primo luogo, puoi richiedere la sanatoria e la sanzione correttiva solo per le attività legate alle criptovalute svolte fino al 31-12-2021. Inoltre, devi dimostrare che l'origine delle criptovalute sia legale.

Questo può essere dimostrato attraverso la documentazione che specifica come hai ricevuto il pagamento in Bitcoin o altre criptovalute e il motivo dietro tale transazione.

 

Come Richiedere la Sanatoria delle Criptovalute: Passaggi

Recentemente è stato reso disponibile il modello specifico per richiedere la sanatoria delle criptovalute. Questo versamento, da effettuare entro la scadenza del 30 novembre 2023, riguarda le criptovalute detenute fino a dicembre 2021.

L'Agenzia delle Entrate ha reso disponibile il modello con istruzioni per richiedere la sanatoria delle criptovalute tramite il provvedimento del 7 agosto 2023.

 

Pro e Contro della Sanatoria

Per procedere, è necessario inviare una PEC (Posta Elettronica Certificata) alla direzione regionale dell'Agenzia delle Entrate competente in base al tuo domicilio fiscale. Questa email deve includere alcuni documenti cruciali, tra cui il modello di domanda compilato, la ricevuta di pagamento tramite F24 e un rapporto di accompagnamento.

Nel rapporto di accompagnamento, dovrai inserire la documentazione che specifica chi sta presentando la domanda e a quali attività cripto si fa riferimento, possibilmente attraverso riferimenti alle contabili bancarie.

Il versamento deve essere effettuato entro il 30 novembre 2023, con il pagamento di una sanzione ridotta dello 0,5% del valore delle criptovalute. Per i redditi non dichiarati, è richiesta anche un'imposta sostitutiva del 3,5% del valore delle criptovalute.

 

Sanatoria Criptovalute: Conviene?

La convenienza della sanatoria sulle criptovalute solleva alcune questioni. Prima della Legge di Bilancio 2023, eventuali errori o omissioni nelle dichiarazioni di criptovalute venivano in genere risolti attraverso interpelli presso l'Agenzia delle Entrate da parte dei contribuenti.

In effetti, non esisteva una normativa specifica che regolasse questa situazione e la relativa sanzione. Questa è stata una situazione abbastanza paradossale, soprattutto considerando il comma 127 della Legge 197/2022.

Secondo questo comma, vengono dichiarate eseguite tutte le operazioni che coinvolgono le crypto-attività avvenute prima dell'entrata in vigore della legge. Questa disposizione ha generato dubbi, poiché in un certo senso potrebbe essere interpretata in modo retroattivo. Ciò significa che, in teoria, tutte le plusvalenze realizzate prima del 2023 potrebbero essere soggette a tassazione.

Tuttavia, se questa interpretazione fosse accettata, si porrebbe l'accento sul vuoto legislativo che fino a questo momento esisteva nel settore delle criptovalute. Di conseguenza, tutti coloro che in passato hanno versato un'imposta sostitutiva del 26% potrebbero richiedere il rimborso, dato che non esisteva una normativa adeguata, e presentare successivamente una richiesta di sanatoria.

È importante notare che questa nuova procedura ha cercato di incentivare gli utenti a dichiarare somme che andranno ad aumentare i redditi. Tuttavia, permangono ancora molti dubbi e incertezze riguardo alla tassazione delle criptovalute.

Se desideri procedere con la sanatoria sulle criptovalute, ti consiglio di considerare un'analisi da parte di esperti per evitare errori. Inoltre. Mi duole specificare che il ricorso al professionista non è attuabile da chiuque in quanto un contribuente che ha generato piccoli redditi avrà difficoltà a sostenere un costo professionale importante.

 

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