Il Trust, come strumento di pianificazione patrimoniale e passaggio generazionale, è tornato al centro del dibattito, suscitando interesse e discussioni vivaci.
Negli ultimi anni, numerosi imprenditori di rilievo hanno utilizzato il Trust per gestire le loro successioni, con risultati differenti.
Se da un lato questo strumento giuridico garantisce stabilità e protezione del patrimonio, dall’altro può rivelarsi rigido e difficile da modificare.
Due esempi emblematici evidenziano le diverse strategie di gestione del Trust: Rupert Murdoch, che ha utilizzato un Trust irrevocabile per garantire un passaggio generazionale equo; Elon Musk, che ha optato per un Trust revocabile, mantenendo un controllo assoluto sui suoi asset.
Nel 1998, il magnate dei media Rupert Murdoch ha istituito un Trust in seguito alla separazione dalla seconda moglie, per gestire la complessa successione aziendale.
Il Trust aveva un obiettivo ben definito: garantire un passaggio ordinato del controllo del gruppo ai suoi quattro figli in modo equo.
Questa scelta strategica rispondeva atre esigenze principali:
Negli anni la decisione presa ha permesso a Murdoch di evitare dispute e garantire una governance stabile.
Tuttavia, all’età di 93 anni e con una quinta moglie, Murdoch si trova di fronte a una sfida inaspettata: modificare la struttura del Trust per privilegiare un figlio rispetto agli altri.
Questa operazione si sta rivelando estremamente complessa, poiché rischia di compromettere l’armonia familiare che ha cercato di preservare per decenni.
Inoltre, la lotta interna della famiglia per la leadership del conglomerato mediatico evidenzia le sfide che molti imprenditori affrontano nel garantire una successione senza conflitti.
Questo scenario dimostra come il Trust possa essere sia un’opportunità che una complicazione, influenzando dinamiche familiari e assetti aziendali consolidati.
Se Murdoch ha optato per un Trust rigido e irrevocabile, Elon Musk ha seguito una strategia completamente opposta. Quando ha acquistato Twitter, con un’OPA da 44 miliardi di dollari, lo ha fatto attraverso “Elon Musk Revocable Trust”, ossia un Trust revocabile che gli garantisce il controllo totale e assoluto dei suoi asset.
Questa scelta gli permette di:
A differenza di Murdoch, Musk può ridefinire la sua strategia patrimoniale senza ostacoli, avendo un controllo costante sulle sue partecipazioni e un elevato livello di adattabilità alle mutevoli condizioni di mercato.
Questa strategia sottolinea un altro aspetto importante del Trust: può essere uno strumento estremamente flessibile, capace di evolversi con le necessità del Disponente.
L’uso di un Trust revocabile si rivela essere una scelta vincente per chi desidera massima autonomia e controllo, evitando i problemi di rigidità che possono sorgere in piani successori più strutturati.
L’analisi di questi due approcci così diversi tra loro mette in luce l’ampio spettro di possibilità offerte dal Trust.
Il Trust, istituito dalla Common Law inglese, è oggi uno strumento riconosciuto e utilizzato in tutto il mondo.
In Cina, ad esempio, è stato introdotto nel 2001, ma fatica a radicarsi per via di una mancanza di precedenti giuridici e per le difficoltà nel registrare diritti reali su beni immobili a nome del Trustee.
In Italia, pur non esistendo una normativa specifica, il Trust è stato integrato grazie alla giurisprudenza e alla pratica professionale, con un numero crescente di aziende e privati che lo utilizzano per la protezione patrimoniale e il passaggio generazionale.
Secondo l’Osservatorio AUB, nel 2021 erano attivi 655 Trust tra le 1.300 aziende familiari italiane con un patrimonio netto superiore a un milione di euro.
Nel nostro Paese, il Trust viene sempre più utilizzato in ambiti diversi, come:
Questa versatilità conferma il Trust come uno strumento efficace e personalizzabile, capace di adattarsi a molteplici esigenze.
Il Trust è un pilastro della pianificazione patrimoniale moderna, ma la sua efficacia dipende dalla struttura adottata e dagli obiettivi del Disponente.
I casi di Murdoch e Musk dimostrano che non esiste una soluzione unica, ma è fondamentale scegliere il modello più adatto alla propria strategia di gestione patrimoniale.
Il Trust non è solo uno strumento giuridico,
ma è una scelta strategica che può definire il futuro di un patrimonio e di una famiglia.
Pianificarlo con attenzione significa garantire stabilità, continuità e, soprattutto,
evitare che le decisioni di oggi diventino i conflitti di domani.