Hai un quesito del tuo lavoro dipendente all'estero?
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D1. Emirati Arabi
Vorrei chiederle se a suo parere rientro nelle retribuzioni convenzionali, qualora andassi a lavorare con una società straniera, ubicata negli Emirati arabi, per esercitare la stessa identica professione che esercito nella mia attuale compagnia, e rimanessi in tale Stato per più di 183 giorni all'anno e venissi assunto con contratto a tempo indeterminato, dunque continuativo e mantenessi la residenza fiscale in Italia. Consideri che ora lavoro per una società italiana che opera prevalentemente all'estero e che utilizza per i propri dipendenti le retribuzioni convenzionali quando superano i 183 giorni di permanenza.
D2. Etiopia
Premetto che sono stato trasferito dal mio datore di lavoro, presso una società controllata, in Etiopia, rassegnando le dimissioni nella sede in Italia per essere assunto con contratto Etiope. In Etiopia pagherò il 35% di tasse sul guadagno preventivato, è manterrò la residenza in Italia. Le porgo i seguenti quesiti:
Come dovrò corrispondere le imposte in Italia?
Quali saranno le ricadute previdenziali?
D3. Cina
Le pongo il seguente quesito. Un cittadino italiano nel mese di maggio 2011 si trasferisce in Cina per lavorare alle dipendenze di un datore di lavoro cinese che non ha alcun legame con l'Italia. Ha richiesto l'iscrizione all'Aire solo nel secondo semestre 2011, con iscrizione effettiva in dicembre 2011. Dovrebbe trattarsi di un caso di doppia tassazione del reddito da lavoro dipendente (sia in Cina che in Italia) in quanto si rientra nella casistica della doppia residenza, ma presumo sia applicabile quanto disposto dalla convenzione contro le doppie imposizioni, articolo 4, che consente di stabilire quale sia lo Stato di residenza fiscale. Nel caso considerato, dato che il cittadino italiano lavora stabilmente in Cina, ed in Italia non ha più alcun legame (eccettuato quello con i genitori) dovrebbe essere tassato, per il 2011, solamente in Cina sul presupposto che la Cina è il Paese “in cui soggiorna abitualmente”.
D4. Stati Uniti D'America
Lavoro all'estero per un azienda americana nel settore “Oil & gas” a bordo di impianti marittimi battente bandiera Bahamas. Premesso che:
l'azienda per cui lavoro non ha sede in Italia ma solo negli Usa;
svolgo il mio lavoro esclusivamente all'estero per più di 183 giorni all'anno;
l'azienda per cui lavoro paga le tasse nel Paese dove offro la mia prestazione lavorativa;
sono residente in Italia;
non ho nessuna proprietà a mio nome.
Le chiedo gentilmente se devo pagare le tasse in Italia.
D5. Repubblica Ceca
Sto leggendo con molta attenzione il suo blog, dato che sto valutando una proposta di un'azienda italiana con una sede in Repubblica Ceca. Premesso che è ancora tutto in fase embrionale, vorrei sapere quali sono i temi su cui porre attenzione per evitare (o ridurre al minimo) i problemi di carattere fiscale e contributivo.In breve, il quadro è il seguente:
l'assunzione sarebbe fatta direttamente dalla società di nazionalità Ceca (quindi, se ho capito bene quel che ho letto finora, non si configurerebbe come distacco);
in Italia, la società è inquadrata nel settore commercio;
inquadramento, livello/qualifica e retribuzione sono ancora da definire (l'azienda mi ha fatto una proposta di netto/mese, e non mi è chiaro se su quel netto devo poi preoccuparmi io di eventuali conguagli con relativi adempimenti connessi);
la mia famiglia rimarrebbe in Italia;
ho due appartamenti di proprietà: uno dove risiedo con la mia famiglia ed uno (vuoto) intestato a mia figlia minore.
D6. Spagna
Sono un cittadino italiano residente in Italia e trascorro da lunedì a venerdì in Spagna, dove lavoro presso azienda spagnola dalla quale percepisco uno stipendio come “trabajandores” e un compenso come “administradores” sui quali viene applicata una ritenuta del 24%, certificata dall'Agenzia entrate spagnola. I fine settimana li passo in Italia, dove ho la famiglia, così come le vacanze. Vorrei capire se il mio reddito deve essere tassato anche in Italia e, in caso affermativo, se cambia la tassazione tra le due diverse forme di reddito che percepisco. Ho sentito parlare di tassazione in base alle retribuzioni convenzionali, di cosa si tratta? Nella mia situazione è obbligatoria l'iscrizione all'Aire e, in caso affermativo, cambierebbe qualcosa in termini di tassazione?
D7. Svizzera
Mi sono trasferita in Svizzera l'anno scorso a fine luglio, con un nuovo contratto svizzero a partire dal 10 agosto e da novembre iscritta ufficialmente all'Aire. Quest'anno al momento della dichiarazione dei redditi ho contattato diversi specialisti della materia ma con esiti del tutto diversi. L'unica cosa certa è che essendo fiscalmente residente in Italia nel 2011 (oltre 183 giorni) devo pagare le tasse anche per il periodo in cui ho lavorato all'estero. Però non mi sono chiare le modalità. Due sono le spiegazioni più ricorrenti:
Dovrei considerare tutto il reddito percepito in Italia, oltre a quello in Svizzera; determinare la nuova aliquota Irpef (di molto superiore rispetto al primo periodo in Italia) e pagarla per il totale del reddito?
Dovrei considerare tutto il reddito percepito in Italia oltre al reddito convenzionale per i mesi da agosto a dicembre, calcolare la nuova aliquota Irpef (più o meno in linea con quello del periodo italiano) e pagare la differenza?
D8. Francia
La mia situazione è la seguente. Contratto con un'azienda francese a tempo determinato per il 2011, a cui sono state applicate le ritenute “francesi”. A richiesta, l'azienda mi ha fornito una certificazione nella quale vi era indicato il luogo di svolgimento del lavoro, ossia in Francia, il compenso lordo, le ritenute ed il netto corrisposto. Il quesito è questo: in realtà ho svolto il lavoro in Italia, avendo la ditta francese un appalto per un lavoro da svolgere in Italia. Posso utilizzare lo strumento del credito d'imposta per recuperare la doppia tassazione del reddito percepito?
D9. Regno Unito
Vorrei porre il caso di persone di fatto espatriate, cioè che nel 2011 hanno trovato un lavoro in UK , dove pagano tasse e sono domiciliate, senza però essere registrati all'Aire. L'iscrizione è pervenuta a gennaio 2012. Hanno una casa in Italia data in affitto. Tutto ciò premesso vorrei porre i seguenti quesiti:
Questi lavoratori, rispettivamente negli anni 2011 e 2012, dove devono essere considerati fiscalmente residenti?
Devono subire una duplice imposizione?
L'immobile dove deve essere tassato?
D10. Regno Unito
Vorrei avere questi chiarimenti: - Ho visto le tabelle delle retribuzioni convenzionali, ma ritengo siano carenti in quanto manca un numero considerevole di professionalità. Ad esempio mio genero è dipendente di una società inglese (internazionale), che si occupa di effetti speciali nei film (ma non c'entra con la cinematografica) e mia figlia è grafica. Non ci sono tabelle adatte.
Mio genero è dipendente, ma mia figlia è free-lance: come regolarsi?
Se capisco bene essendo iscritti all'Aire formalmente da gennaio 2012 (ci hanno messo sei mesi per chiudere la pratica), quando sarà il momento di pagare le tasse sui redditi 2012 le tasse sulla casa in affitto le dovranno pagare in Italia o in UK?
D11. Spagna
Da aprile 2011 sono distaccato dalla mia azienda Italiana, presso la filiale spagnola. Percepisco la retribuzione dalla ditta italiana, è sono tutt'ora residente fiscale in Italia, pur vivendo in Spagna. Su questa retribuzione italiana mi si applicano le detrazioni della “retribuzione convenzionale” per lavoratori all'estero. Percepisco anche una integrazione di stipendio dalla filiale spagnola, con una busta paga a parte, e benefit quali “auto aziendale” e appartamento. I miei dubbi sono: a) Posso fare la dichiarazione congiunta? Se sì dove, Italia o Spagna? b) Posso recuperare la differenza di imposte che subisco applicando la retribuzione convenzionale al mio stipendio Italiano?
D12. Trasferta dipendente italiano
Vorrei sottoporle la seguente situazione. Sono a conoscenza che la trasferta estero è definita come una prestazione lavorativa sancita da un temporaneo allontanamento dalla sede o dal luogo di lavoro, chiaramente stabilito dal contratto di assunzione, ma le nostre ricerche non hanno potuto definire l'importante quantificazione in giorni di questa “temporaneità”. Quindi le chiedo cortesemente, laddove non vi fossero accordi di lavoro estero tra le parti (lavoratore/datore), quale deve essere il limite massimo di permanenza all'estero per ritenere legittimo l'istituto della trasferta all'estero? Esiste un confine temporale che aiuta a definire precisamente le varie classificazioni: missione, trasferta, trasferimento e distacco?
D13. Regno Unito
Le scrivo per avere chiarimenti sulla seguente situazione. Un cliente ha la residenza in Italia e lavora come programmatore da casa sua per una società inglese; ho il suo Cud, ma l'anno fiscale inglese va da aprile a marzo; dovendo dichiarare il suo reddito in Italia scontando quindi le imposte estere cosa dovrei dichiarare? Il reddito dall'ultima certificazione (che va dal 1 aprile 2001 al 31 marzo 2012)?
D14. Regno Unito
Una persona lavora in Gran Bretagna da settembre 2010, ma è residente in Italia. Ora nella dichiarazione unico 2012, sono già a conoscenza che verrà tassato in funzione del reddito convenzionale, avendo soggiornato oltre 183 giorni all'estero. In base a quanto esposto, mi chiedevo in quale misura spetta il credito di imposta, poiché la certificazione estera, di cui sono già in possesso, riporta compensi dal 5 aprile 2011 al 6 aprile 2012 (periodo imposta inglese).
Devo parametrare il credito, ergo ritenute, per 9 mensilità su 12?
Oppure posso scomputarle per intero anche se riferibili in parte a redditi 2012?
Preciso che in Unico 2011 ho assoggettato il reddito estero in funzione dei cedolini (120 giorni) ma alcun credito di imposta è stato usufruito in quanto incapiente.
Posso recuperarle quest'anno perché divenute definitive a partire dal 6 aprile 2012 – chiusura del periodo di imposta inglese?
E in che misura?
Per le sole ritenute subite da gennaio ad aprile 2012?
Tralasciando quelle pagate da settembre a dicembre 2011?
D15. Italia
La mia domanda è la seguente: premetto che ad oggi lavoro con inquadramento 7° liv. in una società di costruzioni in Italia, CCNL metalmeccanici, come project manager. Mi è stato proposto un contratto con una società estera, sempre come p.m., in un Paese estero (la società non ha nessun interesse in Italia). Manterrei la residenza in Italia. Lavorerei per più di 183 giorni nell'arco di 12 mesi all'estero. Supponiamo che il Paese estero non abbia convenzioni con l'Italia. Supponiamo che il reddito complessivo annuo sia di € 100.000,00. Tutto ciò premesso, per determinare la retribuzione convenzionale dovrei dividere il reddito per 12, ottenendo 8333 euro; per poi individuare la fascia di reddito convenzionale. A questo punto sorge il dubbio: se considero la tabella IMPIEGATI del d.l. 24 gennaio 2012 per l'anno 2012, alla riga industria, impiegati fascia V trovo 3766 euro (redd. convenz. 45192). Se invece considero la tabella QUADRI, alla riga industria, fascia VI trovo 7345 euro (redd convenz. 88140). Il valore 8333 è superiore ad entrambi i valori convenzionali suddetti, ma quale dei due dovrei utilizzare per stabilire il reddito convenzionale? è evidente che scegliendo il primo pagherei meno tasse.
D16. Kazakhistan
Lavoro in Kazakhistan in una piattaforma petrolifera, dal 13 marzo 2011 con una ditta kazaka, facendo 28 giorni nella piattaforma e 28 giorni in Italia a riposarmi.Il mio contratto di lavoro è durato un anno. Nel 2011 ho lavorato in Kazakhistan 181 giorni; vorrei sapere da lei se rientro nella retribuzione convenzionale per quanto riguarda la tassazionedel 2011. Tengo a precisare che mi hanno rinnovato il contratto per altri 6 mesi. Il mio commercialista mi ha detto che la società mi vorrebbe fornire gli elementi utili a verificare se posso usufruire della convenzione. Lei, potrebbe aiutarmi a capire come operare?
D17. Francia
Sono distaccato in Francia, nella società francese, facente parte del gruppo industriale peril quale opero. Le fornisco queste informazioni per meglio inquadrare il mio problema. Formalmente assunto in Italia da anni e distaccato da più di tre, e sto entrando nel quarto annodi distacco.
Sono iscritto all’Aire;
affitto un alloggio in Francia;
non ho moglie, né figli;
non posseggo auto in Italia;
rientro in Italia saltuariamente, alcune volte neppure per le vacanze;
ho un c/c bancario francese, dove incasso e faccio i movimenti;
ho un c/c italiano con importi minimi, dove non faccio alcuna operazione;
in Italia non mi fanno le trattenute e pago le imposte esclusivamente in Francia.
Tutto ciò premesso, vorrei sapere:
Ai fini previdenziali, per quanti anni posso restare in questo status di distaccato? (Non vorreicambiare il mio ente di previdenza, Inps).
Ho appena investito in un immobile in Italia di cui sono proprietario al 50%. Non vi abito;vive la co-proprietaria da sola in comodato. Questa situazione può causare problemi chepotrebbero avere ripercussioni sulla mia residenza fiscale?
In caso di matrimonio con una residente in Italia (con cui ci vediamo nei weekend in Francia o altrove, anche in Italia), verrebbe meno un requisito riferito alla mia residenza (centrointeressi)?
Quale sarebbe la retribuzione convenzionale di un quadro A3 chimico farmaceutico? Dalletabelle del Ministero non si riesce a capire.
D18. Retribuzione Convenzionale
In merito all’applicazione delle retribuzioni convenzionali, per poter determinare in qualefascia si rientra, occorre prendere la retribuzione lorda/annua dovuta e dividerla per 13? Potrebbe farmi un esempio? Facendo in questo modo non vengono forse penalizzati i redditi più bassi, quelli cioè che siposizionano nei valori più bassi della fascia?
Se il tuo quesito non è tra quelli pubblicati non preoccuparti, ogni giorno incrementeremo di nuovi quesiti l'articolo.
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