Sempre più spesso si sente parlare del Trust come strumento per gestire un passaggio generazionale, gestire il patrimonio di una famiglia o meglio gestire il patrimonio a tutela dei minori e dei diversamente abili.
In questo articolo faremo una comparazione tra giurisprudenza e uso comune dei termini, al fine di far comprendere meglio di cosa stiamo parlando ai lettori che non masticano la materia.
Il trust è un negozio. È un insieme di rapporti giuridici racchiuso in un negozio giuridico (unilaterale programmatico, ricettizio e soggetto a rifiuto) di affidamento fiduciario per mezzo del quale un soggetto, disponente, trasferisce ad un altro soggetto, il trustee, la proprietà di tutti o parte dei propri beni, nel fondo in trust, affinché li amministri, li gestisca e ne disponga con le modalità e le finalità indicate dal disponente, a favore dei beneficiari, per il raggiungimento di uno scopo.
Il trust è un atto attraverso il quale il titolare dei beni “disponente” decide di spogliarsi della proprietà, trasferendoli nel fondo in trust, gestito da un amministratore chiamato “trustee”, a beneficio di una o più persone chiamate “beneficiari”, al fine di raggiungere lo scopo che è stato deciso dal “disponente”.