Il Dottor Mario Draghi, prima di accettare l’incarico di Presidente della BCE, ha istituito un Blind Trust.
Il Sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, prima di candidarsi alle elezioni comunali di Venezia ha costituito un Blind Trust.
Il presidente dell’Antitrust Pitruzzella ha dichiarato: «Sì al Blind Trust anche in Italia, non vedo criticità nell’applicazione dell’Istituto di derivazione anglosassone».
Un politico accorto (o un professionista, o un imprenditore) che vuole tutelare il proprio patrimonio personale, rendendolo indifferente e segregato dalla vita politica (o professionale, oppure imprenditoriale), trova la risposta alle sue esigenze nel Blind Trust, strumento che gli permettere di evitare conflitti di interesse e tutelare il proprio patrimonio.
Il Blind Trust (cieca fiducia) è una forma di trust costituito allo scopo di separare e segregare completamente il politico dal suo patrimonio, al fine di evitare ogni tipologia di conflitto di interessi. Quindi evitare quella condizione giuridica che si verifica quando da un’alta responsabilità decisionale può nascere un contrasto tra gli interessi personali/professionali e quelli politici di interesse pubblico.
Ricordiamo che in Italia il Trust è stato recepito a seguito dell’adesione alla Convenzione dell’Aja del 1 luglio 1985 e resa esecutiva il 1 gennaio 1992.
Volendo utilizzare parole più comuni, il Blind Trust è un affidamento fiduciario (trust) nel quale il politico titolare dei beni (disponente) conferisce il proprio patrimonio ad un gestore o consiglio direttivo (trustee) che lo amministra per suo conto, scegliendo in libertà le forme di investimento più opportune, senza obbligo di rendiconto o per meglio dire con espresso divieto di dare conto, ponendo come termine finale del Blind Trust la cessazione della carica politica.
Si verifica, in pratica, che la gestione e l’amministrazione delle imprese vengono affidate a persone differenti. Per l’intera durata del Blind Trust il disponente/politico ed i suoi familiari non riceveranno alcuna informazione in relazione all’amministrazione del patrimonio al fine di evitare influenze nei confronti del trustee.
In tal modo il politico non ha idea dei settori economici nei quali è investito il proprio patrimonio, quindi non è in grado di favorirli attraverso le proprie scelte politiche, che potranno essere sempre rivolte ad un interesse pubblico e non influenzate da interessi personali.
Grazie al Blind Trust, inoltre, eventuali vicende giudiziarie che dovessero coinvolgere il politico nell’espletamento del proprio ruolo, non potranno compromettere il patrimonio privato, evitando così che le responsabilità assunte durante la carriera pubblica possano influire negativamente sulla propria vita privata.
Per meglio comprendere l’argomento, abbiamo selezionato di seguito le domande più significative che ci vengono poste con maggiore frequenza, fornendo per ognuna una breve risposta che aiuta a dissipare i dubbi.
Il trustee nomina un amministratore esterno con i requisiti indicati nello scopo del Blind Trust.
All’assemblea dei soci parteciperà il trustee, ricordando che il trustee può essere rappresentato da un Comitato di Trustee.
Il trustee è investito dall’obbligo di fare, quindi di rispettare e onorare gli obblighi assunti dall’incarico accettato e adempiere rigorosamente a quando descritto nell’atto istitutivo del Blind Trust.
Il trustee è investito da questo obbligo senza il quale non esisterebbe l’imparzialità.
Il trustee è investito da questa obbligazione.
Sicuramente i parenti prossimi come disciplinato dall’atto istitutivo di trust, e potranno anche essere beneficiari dei redditi annualmente.
La particolarità del Blind Trust sta nella possibilità di adeguare e organizzare in modo efficace ed efficiente uno strumento a protezione del patrimonio personale dalle vicende del politico come persona.