In molti faticano a comprendere la differenza tra possesso e proprietà, o almeno non accettano facilmente la condizione di possedere un bene senza esserne proprietari. Ciò accade soprattutto a causa di retaggi culturali dai quali è difficile liberarsi, sopratutto quando si tratta di persone anziane che tendono a non distinguere il concetto di possesso da quello di proprietà.
Tuttavia, una volta compresa la differenza, si aprono scenari interessanti o addirittura risolutivi per coloro che siano disposti a cedere la proprietà di un proprio bene pur mantenendone il possesso a vita.
Attraverso la cessione della nuda proprietà, chi vende perde la proprietà del proprio immobile, ma ne conserva l’usufrutto vitalizio, cosa che gli permette di vivere in casa fino all’ultimo giorno.
In momenti di crisi, anche svendere la propria casa per assicurarsi una certa liquidità di denaro può essere preferibile rispetto a perdere l’intero patrimonio. In tal caso, la vendita della nuda proprietà è un’operazione che permette di onorare i propri debiti oppure di far fronte ai propri bisogni giornalieri, pur conservando l’usufrutto dell’immobile.
Al contrario, per chi compra, si configura l’occasione di acquistare un’abitazione ad un costo più basso rispetto al suo valore di mercato, garantendosi un investimento per il futuro.
I soggetti interessati a questa tipologia di pratica sono gli anziani che non hanno eredi oppure che non intendano lasciare l’immobile in eredità a questi ultimi per qualunque ragione, magari perché gli eredi non si occupano del loro benessere. Vendere la nuda proprietà, quindi, serve ad ottenere un gruzzoletto per sostenere i propri bisogni alimentari e sanitari per vivere con più tranquillità e serenità gli anni che restano.
Si tratta di un prestito ottenibile a fronte della la cessione in garanzia del proprio immobile.
Sebbene le banche siano restie al rilascio di mutui e prestiti a persone il cui termine di rimborso vada oltre i 75 anni di età, i professionisti del credito hanno superato questo problema creando i cosiddetti PIV (prestiti ipotecari vitalizi), che permettono di far ottenere una somma di denaro al proprietario dell’abitazione attraverso la garanzia ipotecaria della propria casa.
Questa tipologia di prestito prevede che il contraente non paghi alcuna rata mensile, ma al momento della sua morte, gli eredi siano chiamati a restituire il capitale più interessi. Tuttavia, in caso di mancata accettazione da parte degli eredi, la banca provvede alla vendita dell’immobile configurando due possibili scenari:
Questi strumenti poco conosciuti permettono agli anziani una vecchiaia serena sgravandoli al contempo di molti adempimenti relativi all’eredità.
Purtroppo, però, esiste ancora un freno al loro utilizzo a causa della consolidata mentalità che lega soprattutto gli anziani al concetto di proprietà, così come le riserve rispetto all’idea di svendere ad un estraneo oppure ad una banca, in particolare quando la propria abitazione costituisca l’unico patrimonio posseduto.